Miniforms

Tutte le storie iniziano con un martello, una sega e un archibugio, o no? Forse non proprio tutte, ma quella di Luigi Bardini sì. Luigi, l’uomo al centro con l’archibugio, già a diciotto anni aveva un carattere forte e le idee chiare. Gli anni '60 stavano finendo anche a Meolo, un paese grande come una nocciolina sopra Venezia, e tra essere un figlio dei fiori o un imprenditore, Luigi non aveva dubbi: voleva fare impresa.

Luigi si mise a vendere punti metallici alle industrie, e a dire la verità, lo faceva proprio bene. Dopo solo due anni come agente di commercio (giacca, cravatta e valigetta ventiquattrore), dai punti metallici passò ai mobili in legno, mettendo in piedi una fabbrica con l’aiuto di due soci. Le famiglie avevano bisogno di mobili. Semplice, no? INVETA nacque in tre, ma dopo due mesi aveva un altro nome e un unico proprietario. Luigi divenne la mente di Miniforms. Da lì a trent’anni ne succedettero davvero tante: la prima volta a New York, il primo prodotto flop, il primo successo. Con l’arrivo del nuovo secolo, Miniforms produceva complementi d’arredo per l'Italia e il mondo.

Nel luglio 2009 Luigi cedette l'azienda ai figli Alessandro, Matteo e Mario. E qui cambiarono un po' di cose. Vengono scelti designer giovani, gli investimenti si spostarono e il prodotto divenne iconico e avanguardista, ma soprattutto colorato. "Ma siete impazziti, una sedia verde!" confidò il commercialista. A dire la verità, Miniforms ha sempre guardato il colore, usandolo però con timidezza. Intimoriva. Le paure però vanno affrontate di petto, quindi i primi colori forti, quelli bold e vivaci, come il giallo, il rosso e il verde, furono esplorati. All’inizio era strano vedere una sedia laccata! Poi però si fecero amicizia con questi colori e presero confidenza, sperimentando con una palette più estesa e piena di gradazioni. Da lì si formò il carattere spensierato ma distinto, riconoscibile per una nota di freschezza che lega tutta la proposta di Miniforms.